RADICCHIO SELVATICO
Cichorium intybus L.
Famiglia: Compositae
Nomi dialettali: Radic'selvat'ch (Carrara); radicchio selvatico (Massa); cicoria selvatica (Montignoso); radichio (Aulla); radic' (Pontremoli); i radìci (Filattiera); radicio (Fivizzano).
Si trova comunemente nei luoghi erbosi dal mare fino alla montagna. Pianta perenne con rizoma ingrossato che prosegue verso il basso con una radice affusolata e fittonante. Il fusto che può raggiungere anche il metro di altezza si presenza ruvido, flessuoso, cavo, solcato e ramoso alla sommità, con rami rigidi divaricati. Le foglie si presentano di solito glabre e talvolta, nei luoghi asciutti, pelose. Le foglie basali spuntano in autunno e sono raggruppate in rosetta; passato l'inverno seccano.
Sui rami del fusto si sviluppano foglie essili lanceolate e un pOI incise alla base. Alla sommità si formano i capolini abbastanza grandi con fiori ligulati azzurri che al mattino si schiudono. Si utilizzano le rosette basali raccolte in autunno-inverno.
In cucina le rosette basali vengono mangiate anche crude in insalata ma è più usuale la cottura da sola o con altre erbe condite poi con olio e limone. Compare nelle zuppe, più raramente nelle torte salate.
Ha proprietà amaricanti digestive, depurative, leggermente sedative; utilizzata in decotti, tinture, infusi.
Curiosità: le radici seccate tostate e macinate, costituiscono un surrogato del caffè detto di “cicoria”, che è stato usato molto nei momenti di crisi economica. I cataplasmi di foglie sono impiegati per la medicazione delle superfici cutanee erisi-pelatose od ulcerate.