SOFFIONE-DENTE DI LEONE
Taraxacum officinale Weber
Famiglia: Compositae
Nomi dialiettali: Pisanlèt (Carrara); piscialetto (Massa); testa de frato (Montignoso); piscialèto (Aulla); pissalèt (Pontremoli); pissacàn (Filattiera); pis alèto (Fivizzano).
Questa pianta erbacea perenne si trova comunemente in tutti i luoghi erbosi, negli incolti, nei boschi, dalla pianura fino ai pascoli montani.
È
formata da una radice carnosa da cui si sviluppa una rosetta di foglie che
possono essere più o meno erette o sdraiate al suolo con forma lanceolata od
obovale ed irregolarmente incisa, quasi sempre glabra. I fiori sono riuniti nei
tipici capolini con corolla tubolare che si prolunga in una ligula normalmente
gialla e aranciata solo nei fiori periferici.
Si distingue dal radicchio perché a differenza di questo, se si scostano le foglie, alla base si trovano le gemme dei capolini che spesso possono essere avvolte in una ragnatela biancastra.
Si raccolgono le rosette di foglie basali in primavera, ma anche durante tutto l'anno, con l'avvertenza che quando la pianta è in fiore le foglie sono più tenaci.
In
cucina si usano le foglie cotte da sole o in miscuglio con altre erbe, per la
preparazione di torte salate, di zuppe o di verdure condite. Le foglie giovani
ed i bottoni floreali possono essere utilizzati crudi in insalata.
I
bottoni flore ali si possono anche conservare sott'aceto come i capperi. Le
foglie giovani in Lunigiana spèsso si mangiano crude, condite con olio, insieme
con spicchi di uovo sodo.
Ha proprietà toniche, digestive, depurative, colagoghe, blandamente diuretiche, lassative.
Si possono ottenere succhi, decotti o tinture da utilizzare come curativi o come coadiuvanti, con effetti terapeutici per le proprietà indicate.
Curiosità: il termine Taraxacum risulta adoperato per la prima volta nel 1840 e deriva dall' arabo “tarahsaqun” (cicoria selvatica).
La radice tostata e macinata costituisce un buon surrogato del caffè.